Infiniti piani

La mostra si configura come un omaggio a Danilo Montaldi, nato a Cremona nel 1929, e mette in luce uno degli aspetti meno noti della sua poliedrica attività, quello di critico d'arte.

Ritroviamo i suoi testi di critica d'arte, ovvero principalmente gli scritti sul pittore cremonese Renzo Botti, il carteggio con Giuseppe Guerreschi e le presentazioni delle mostre tenutesi a Cremona presso la Galleria “Botti”, fondata nel 1965 da Montaldi stesso e da lui diretta fino alla morte, nel 1975.

L'esperienza della Galleria “Botti” rappresentò per Cremona, e non solo, una finestra sulla contemporaneità e sul dibattito aperto dentro le arti figurative.

Realizzata grazie alle recenti donazioni da parte della moglie di Montaldi, Gabriella Seelhorst, del figlio Nikolas e degli amici Gianfranco Fiameni e Anna Cesari (Gabriella Seelhorst e Gianfranco Fiameni sono anche autori di due testi per il catalogo) la mostra è suddivisa in tre sezioni, di cui una dedicata al Realismo esistenziale (che darà vita a una sala permanente del Museo) e una dedicata agli altri artisti della “Botti”. Poiché l'interesse di Montaldi per la grafica comprese anche l'ambito delle stampe popolari francesi dell'Ottocento, una terza sezione della mostra presenta una serie di fogli di Épinal diffusi in area cremonese e provenienti dal Fondo Coppiardi, donato al Museo Diotti nel 2009 e finora mai presentato al pubblico.