Palazzo Favagrossa

La toeletta di Venere
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La figurazione, allusiva al Mattino, fu eseguita dal Diotti nel 1819 utilizzando lo stesso cartone che gli era servito l’anno prima a Bergamo per un soffitto del Palazzo Colleoni (già Locatelli de’ Lanzi).

Il medaglione centrale è eseguito a “buon fresco” (l’antica tecnica, ormai poco praticata, per la cui rinascita Diotti assunse nel suo tempo un ruolo di riferimento fondamentale),  mentre tutto il soffitto è 



decorato a tempera e doratura in un gradevole insieme di ornati monocromi, riquadri policromi con grottesche e menadi danzanti.

Nell’apparato decorativo vi fu evidentemente l’intervento di un collaboratore del Diotti, così come al suo allievo Antonio Guadagnini (1817-1900) fu affidato più tardi l’affresco di una cupola ellissoidale. 


Dopo che il palazzo divenne sede della Banca Popolare di Cremona, sul  soffitto del salone principale dell’appartamento privato al piano nobile Tommaso Aroldi raffigurò l’Allegoria della Provincia di Cremona, il cui disegno preparatorio è esposto al Museo Diotti.  


Il Palazzo è l’unica opera casalasca dell’architetto cremonese Luigi Voghera (1788-1840), intervenuto su un complesso di edifici preesistenti per migliorarne la funzionalità e l’estetica. Interessanti la facciata principale sull’odierna Via Cairoli, uno degli assi viari più antichi della città, e la facciata laterale verso il giardino che si intravede dalla strada e che riprende in tono minore i temi del prospetto principale.

La trasformazione in sede bancaria ha comportato alcune alterazioni dell’assetto interno del palazzo rispetto all’originale neoclassico che si conserva però intatto nell’atrio d’ingresso, visitabile negli orari di sportello dell’istituto di credito.   

Palazzo Favagrossa
Via Cairoli 14, Casalmaggiore (CR)
Proprietà privata.
Apertura straordinaria come da calendario eventi.