Giuseppe Diotti fu l’esponente di maggior spicco del primo Ottocento cremonese e mantenne sempre profondi legami, sia d’amicizia che professionali, con numerose personalità locali. Per il considerevole numero di opere diottesche presenti nelle collezioni, il Museo Civico di Cremona costituisce - accanto al Museo Diotti di Casalmaggiore - la principale istituzione pubblica che conserva opere del maestro. Oltre alle opere confluite nella mostra di Casalmaggiore (la Morte di Socrate,
il Ritratto dell’Abate Luigi Bellò e il Conte Ugolino nella torre) altre significative opere sono visibili in sede, come lo Studio di teste che raffigura un condannato a morte prima e dopo l’esecuzione e che testimonia un interesse per il vero anche nelle sue forme più tragiche, la Sacra Famiglia con Santa Caterina, di elegante impostazione classica, o il Ritratto del canonico Giovanni Mosconi, opera tarda in cui Diotti ricorre alla tecnica del “non finito”. Si evidenziano inoltre diversi studi strettamente legati ad opere inserite
Il Museo si costituì nell’Ottocento a partire dalle imponenti e raffinate collezioni artistiche e naturalistiche del marchese Sigismondo Ala Ponzone, rese accessibili al pubblico in base alla sua volontà testamentaria. Arricchitosi nel frattempo attraverso ulteriori donazioni e acquisizioni, il Museo ha sede dal 1928 nel Palazzo Affaitati, antica residenza d’impianto cinquecentesco, integrata nei secoli successivi. L’itinerario della Pinacoteca segue uno sviluppo cronologico volto a mettere in luce in particolare gli apporti originali della scuola artistica cremonese, con le figure attive fra Umanesimo e Rinascimento e nella fiorente stagione cinquecentesca (Bonifacio Bembo, Boccaccio Boccaccino, Altobello Melone, Bernardino Gatti e gli esponenti della famiglia Campi: Giulio, Antonio, Bernardino, Vincenzo). Un salone ospita i grandi quadri secenteschi provenienti dalla chiesa di San Domenico, demolita a fine Ottocento.