Palazzo Mina - Bolzesi

Ciclo di affreschi
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Diotti iniziò a dipingere un ciclo mitologico nel palazzo neoclassico di Gaetano Bolzesi nel 1813. L’impresa cremonese sarebbe durata per 13 anni, con Diotti che vi si dedicava per alcune settimane all’anno nei periodi di congedo dalle lezioni all’Accademia Carrara. L’intero ciclo consentì a Diotti di sperimentare e mettere progressivamente a punto la tecnica, ormai in disuso, del buon fresco (fino ad allora le sue opere su muro erano state eseguite semplicemente a tempera). La prima prova fu tecnicamente fallimentare e la medaglia 

con Amore e Psiche presso Giove dovette essere distrutta subito dopo l’esecuzione e rimessa in opera l’anno successivo. Contemporaneamente, per il soffitto di una sala attigua del pianterreno, Diotti realizzò l’Ercole al bivio, con l’eroe incerto fra Virtù e Mollezza. Negli anni seguenti Diotti avviò la realizzazione dei soggetti per il salone di ricevimento del piano nobile, ispirati ai quattro Elementi. I grandi riquadri del soffitto e delle pareti sono inseriti in un contesto neoclassico ritmato da colonne corinzie, rilievi in stucco e cornici lignee dorate. Per 

primo, nel 1817, fu eseguito il riquadro della volta, raffigurante l’Olimpo (o Aria). La successiva Fucina di Vulcano fu subito guastata dall’umidità e venne sostituita nel 1826 con l’ultimo riquadro in ordine di esecuzione, raffigurante Ulisse presso Alcinoo (o Acqua). Nel frattempo avevano visto la luce la Danza delle Stagioni (o Terra, 1821) e la Condanna di Antigone (o Fuoco, 1823). Nel cantiere di Casa Bolzesi intervenne autonomamente nel 1818 anche Luigi Sabatelli.   

La costruzione di questo imponente palazzo neoclassico fu avviata nel 1812 su un’area prima occupata dal soppresso convento di Santa Marta. La facciata in marmo grigio è particolarmente solenne e monumentale, arricchita con colonne, lesene, bassorilievi, statue e il grande stemma di famiglia nel frontone. Molto diverso il prospetto sul cortile: da questo lato il palazzo si presenta più simile ad un’elegante villa suburbana, con la facciata che si apre a U verso un ampio giardino di gusto romantico. Analogo criterio si riscontra nella distribuzione degli spazi interni: i locali di rappresentanza – fra cui l’ampio salone del piano nobile affrescato da Diotti – si affacciano infatti sulla strada, mentre quelli con funzione abitativa si affacciano sul retro. Privato degli arredi che lo rendevano nell’Ottocento una vera e propria galleria d’arte contemporanea (preziose sculture, dipinti e mobili), il palazzo è pervenuto in lascito al Seminario vescovile che ha affittato i locali a privati e uffici. Nel palazzo ha sede fra l’altro l’Academia Cremonensis, scuola-bottega di liuteria con un percorso didattico dedicato a quest’arte per cui Cremona è nota a livello internazionale.  

Palazzo Mina-Bolzesi
Via Platina 66, Cremona
Proprietà privata
Apertura straordinaria come da calendario eventi