La Chiesa parrocchiale di Soresina fu realizzata alla fine del ‘500, anche se l’attuale facciata è un rifacimento novecentesco (1941) opera dell’architetto soresinese Giulio Carotti. All’epoca della costruzione, fu chiamato a decorare la chiesa il maggior pittore cremonese del momento, il Malosso, a cui si devono il dipinto della Vergine con i Santi Ambrogio e Francesco d’Assisi, il catino absidale con la Gloria del paradiso e l’affresco della Vergine in gloria fra gli angeli
e i Santi Bernardo e Pio V, mentre la gran parte del ciclo decorativo del presbiterio è da ascrivere ad un allievo del Malosso stesso, Ermenegildo Lodi. Nel contesto della chiesa, come sfondo della navata destra, si trova in alto - delimitato da una spessa cornice in stucco - l’affresco di Giuseppe Diotti raffigurante la resurrezione di Tabita sullo sfondo della città murata di Ioppe. Presso il Museo Civico di Cremona è conservato un disegno che costituisce uno
studio finale quadrettato per il riporto in grande, mentre il cartone preparatorio si trova in collezione privata a Casalmaggiore. Già Salvioni – nella biografia che scrisse subito dopo la morte di Diotti nel 1846 – lamentava il rapido degrado dell’affresco, ultimato nel 1824.
Tutto il presbiterio è stato oggetto di un intervento di restauro da poco concluso.
Piccolo borgo al centro di una vasta area agricola, Soresina divenne una cittadina ricca di attività imprenditoriali nel corso dell’Ottocento. A quest’epoca risale anche il suo sviluppo edilizio ordinato e regolare, entro cui sono riconoscibili numerosi interventi neoclassici, come il Palazzo Comunale, il Teatro Sociale di Carlo Visioli (1838) e il campanile di Luigi Voghera (1839), costruzione autonoma indipendente dalla vicina parrocchiale, caratterizzato dal sovrapporsi di tre ordini (dorico, ionico e corinzio) e di una cella campanaria.