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Il Giuramento di Pontida

1843-46

Giuseppe Diotti  (Casalmaggiore, 1779 - 1846)

Attraverso una stampa acquerellata viene qui documentato uno dei capolavori di Diotti nell’ambito della pittura di storia. Eseguito una prima volta nel 1836 per la raccolta del casalasco Luigi Chiozzi, il Giuramento di Pontida fu esposto a Brera suscitando vivaci commenti dei critici. Il soggetto era permeato da un’istanza nazionalista protorisorgimentale che si andava facendo urgente nella cultura italiana, evidentemente molto sentita dal momento che su questo soggetto Diotti sarebbe tornato qualche anno dopo, quando risiedeva ormai a Casalmaggiore, per farne quella versione “in grande” che, rimasta incompiuta a causa della sua morte, sarebbe infine pervenuta in eredità nel 1926 al Comune di Casalmaggiore.

La prima versione del soggetto, di dimensioni ridotte (cm 56x82), di proprietà della Pinacoteca di Brera, è invece esposta presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano. La seconda versione (cm 265x375) del Giuramento orna a tutt’oggi la Sala Consiliare del Palazzo Comunale di Casalmaggiore, organicamente inserita entro un contesto decorativo del primo Novecento.

Rispetto alla prima versione, Diotti corresse alcuni dettagli come il panno che ricopre il tavolo – rifatto senza orlatura – o alcune imprecisioni dal punto di vista storico che gli erano state rimproverate: sostituì infatti il documento che viene firmato, trasformando il volume – troppo “moderno” – in una pergamena sciolta.

L’azione del Giuramento è inscenata in una sala gotica con pareti lapidee e ornati scultorei. La sala è dominata dalla statua del Pontefice Alessandro III, autore di una bolla pontificia con cui autorizzava l’abate dell’abbazia benedettina di Pontida a convocare nel 1167 i rappresentanti dei Comuni lombardi avversi all’imperatore Federico Barbarossa. Fra questi personaggi che si giurarono mutuo aiuto, convincendosi a deporre le rivalità e a costituirsi in Lega Lombarda, Diotti sceglie di sottolineare la concitata gestualità del conte Bongo, ambasciatore bergamasco a cui il Barbarossa aveva violato una figlia che poi si era uccisa per la vergogna: in segno di protesta questo padre alza un coltello. A lui, come all’ambasciatore di Crema – particolarmente sdegnato perché Barbarossa aveva da pochi anni raso al suolo la città – un frate fa cenno di calmarsi in nome dei principi cristiani che impongono di bandire le vendette private. Di lì a poco, nel 1176, l’esercito della Lega Lombarda avrebbe sconfitto il Barbarossa nella battaglia di Legnano e nel 1182 si sarebbe giunti alla Pace di Costanza che di fatto riconosceva autonomia ai Comuni italiani, la possibilità di fare leggi entro il proprio territorio e di avere un proprio esercito.

Alcuni studiosi hanno messo in dubbio la veridicità storica del Congresso di Pontida, ritenendolo un falso ottocentesco appositamente creato per sostenere le sempre più forti istanze indipendentiste dell’Italia, ma ciò non fa che accrescere il profondo significato che Diotti dovette attribuire alla scelta di questa iconografia.

Il grande dipinto è esposto nel Palazzo Comunale di Casalmaggiore - Sala Consiliare (possibillità di visita tutte le mattine, dal lunedì al sabato e il giovedì pomeriggio)