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Ritratto di Giuseppe Diotti

1842

Luigi Quarenghi  (Casalmaggiore, 1810 - 1882)

È l’immagine più nota del pittore, un po’ idealizzata, elaborata nell’ultima fase della vita probabilmente per essere diffusa a futura memoria e infatti divenuta presto riferimento per numerose derivazioni pittoriche e nelle stampe diffuse in concomitanza con la scomparsa dell’artista.

In questo modo la fama di questa immagine ha superato nel tempo quella dell’Autoritratto con la tavolozza che Diotti stesso aveva eseguito nel 1821 per farne omaggio alla Galleria degli Uffizi di Firenze, documentato qui a fianco dall’incisione che ne derivò Angelo Gravagni e da un commento poetico.

Il pittore Luigi Quarenghi (Casalmaggiore, 1810-1882) - dopo aver studiato all’Accademia Carrara di Bergamo sotto la direzione di Diotti - collaborò alle ultime opere casalasche del maestro e gli fu vicino negli ultimi mesi di vita vissuti in questa casa.

Questo ritratto fu eseguito nel 1844 sotto la supervisione dello stesso Diotti, a cui rimanda un aspetto tecnico peculiare dato dai segni scuri a penna e punta di pennello, dal tratto molto libero, che segnano i contorni e alcuni dettagli del volto. Che si tratti del riemergere, attraverso il magro e sottile strato di pittura, di un disegno sottostante, piuttosto che di un deliberato intervento finale, l’effetto che ne risulta, a una certa distanza, è quello di una mobilità e vivacità dei tratti del volto riscontrabili anche in altri ritratti eseguiti dal Quarenghi ed esposti in un’altra sala del Museo.

L’artista, dopo essere stato al seguito di Coghetti a Roma e a Savona, tornò a Casalmaggiore, dove continuò ad operare come ritrattista della borghesia locale.