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Paesaggio con grandi uccelli

1971

Goliardo Padova  (Casalmaggiore, 1909 - Parma, 1979)

Dopo il trasferimento a Parma nel 1962, si delinearono per Goliardo Padova nuovi motivi d’ispirazione: ai temi padani si aggiungono quelli dell’Appennino parmense, al panorama umido delle rive del Po si alterna quello brullo delle colline, alla vegetazione rigogliosa delle vigne e delle sponde del fiume si contrappongono cardi appuntiti e alberi secchi, ai voli dei gabbiani e delle rondini subentrano quelli delle gazze. In ogni caso, al fondamento quotidiano e domestico della sua pittura Goliardo Padova aggiunge sempre qualcosa e le sue immagini assumono una componente simbolica che rinvia al dolore e all’inquietudine della condizione umana.

Simboli ricorrenti in Padova sono gli uccelli: negli anni Sessanta sono in genere riuniti in gruppi entro il paesaggio e lo agitano con una sorta di cupa energia; col tempo sono osservati da un punto di vista più ravvicinato e diventano grandi sagome dal profilo flessuoso e inquietante, con ali pesantissime che sembrano inibirne il volo, oltre le quali si intravede il paesaggio.

Il tema trova estrema elaborazione nei “paesaggi racchiusi” dell’ultimo periodo, in cui la veduta è inclusa in uno spazio definito dalle ali spiegate degli uccelli in volo. Il progressivo incupirsi della visione dell’artista in questa fase è sottolineato anche dai nuovi nuclei tematici: compaiono ossessivamente gli insetti, espressione per lo più del deterioramento e del disfacimento della natura, e i nidi vuoti sulle fronde di alberi spogli, emblemi estremi di solitudine e di abbandono, ultime testimonianze di una pittura in cui umano e naturale giungono a fondersi.

Dono di Florenzio Padova, 2008