All’origine del Museo Diotti c’è il nucleo delle Civiche Raccolte d’Arte del Comune di Casalmaggiore che, prima dell’apertura del Museo, erano collocate qua e là nelle varie sedi istituzionali, uffici e scuole, ma senza che si avesse una conoscenza precisa della consistenza e della natura del patrimonio che negli anni si era accumulato. A tale nucleo si sono aggiunte le opere della Scuola di disegno “Bottoli”, dopo che il patrimonio della disciolta Opera Pia è divenuto di proprietà comunale, anche se sono rimaste nella sede storica di Palazzo Martinelli le raccolte più legate alla didattica. Riunite in un percorso coerente, le Civiche Raccolte d’Arte sono state non solo messe in sicurezza, ma valorizzate e rese accessibili al pubblico. I musei, attraverso la loro regolare apertura, consentono infatti potenzialmente a chiunque di fruire di opere che diversamente sarebbero a disposizione di poche persone, quando non del tutto nascoste.
All’apertura del Museo un’importante collezione è pervenuta in comodato dalla Fondazione Conte Busi Onlus di Casalmaggiore, nata dalla fusione di antiche Opere Pie con finalità socio-assistenziali che conservava presso la propria sede una pregevole galleria di ritratti di nobili e benefattori dell’istituzione, che può in questo modo essere fruita dal pubblico.
Così è successo per le opere appartenenti alla Collezione Mortara della Fondazione ONLUS Casa Leandra di Canneto sull’Oglio (Mn): in questo caso, l’importante collezione di opere otto-novecesche appartenute a Pietro Mortara, in attesa di poter disporre di una sede idonea a Canneto, è stata depositata nel 2011 presso il Museo Diotti: qui le opere sono state affiancate ad altre di proprietà, secondo un percorso coerente per epoca o stile che ha contribuito a valorizzare entrambe le collezioni. Al deposito della Collezione Mortara si è aggiunto nel 2018 il deposito di un altro fondo acquisito nel frattempo dalla Fondazione, la Collezione Equisetto – De Togni.
Il deposito è quindi un’ottima modalità per condividere il patrimonio fra enti che ne abbiano a cuore la valorizzazione, superando la logica della pura proprietà. Si tenga presente che, una volta inserite in un percorso coerente, il significato artistico di alcune opere può risultare amplificato: ne sono un esempio i saggi del Pensionato romano di Giuseppe Diotti, testimonianze fondamentali della formazione dell’artista, concessi in deposito dal 2007 dall’Accademia di Belle Arti di Brera e il grande cartone di Giuseppe Diotti preparatorio di Diotti raffigurante La consegna delle chiavi a San Pietro, concesso in deposito nel 2013 dall’Accademia Carrara di Bergamo, dopo che un impegnativo restauro ne ha consentito il pieno recupero.
Per alcuni anni il Museo ha avuto in deposito dall’Accademia Carrara anche l’Antigone condannata a morte da Creonte. Il dipinto, che rappresenta una sorta di testamento artistico realizzato da Diotti per l’Accademia dove aveva insegnato per trent’anni, è giunto al Museo prestito nel 2017 per la mostra Giuseppe Diotti. Un protagonista dell’Ottocento lombardo e vi è rimasto fino al 2020, allorchè la proprietà ha deciso di restaurarlo secondo più moderni criteri e di collocarlo in uno spazio appositamente creato.
L’acquisizione in comodato più recente è infine rappresentata dall’imponente dipinto di Giuseppe Diotti La Corte di Ludovico il Moro (1823), di proprietà del Comune di Lodi e già conservato in un deposito. Pervenuto anch’esso in prestito per la mostra del 2017, da allora continua ad essere fruibile dal pubblico al Museo Diotti in attesa che il Comune di Lodi riapra il proprio Museo Civico.
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