Padiglione Tibet rappresenta un sogno che ha lasciato il segno. Uno dei simboli più significativi del Tibet è senz’altro la tipica sciarpa bianca che i monaci offrono in segno di amicizia e saluto: la Khata. Proprio questo tessuto così etereo è diventato la base su cui ogni artista invitato ha espresso il proprio personale pensiero artistico e poetico sul Tibet. L’installazione collettiva ottenuta con queste opere – ospitata anche dal Padiglione Italia della Biennale di Venezia nella magnifica Sala Nervi del Palazzo delle Esposizioni di Torino - ha concretizzato finalmente un pensiero, una speranza dando, attraverso l’arte, ufficialità al Tibet e quindi al suo Padiglione Nazionale.
All’origine di questo progetto sta sicuramente l’idea di creare un ponte sensibile che induca i visitatori di questa mostra, dai profondi risvolti non solo artistici, ad una maggiore conoscenza di questo popolo che rischia di perdere il proprio patrimonio culturale e soprattutto spirituale, fondato su concetti di pace e non violenza.
Artisti partecipanti:
Dario Ballantini, Piergiorgio Baroldi, Donatella Baruzzi, Luisa Bergamini, Carla Bertola – Alberto Vitacchio, Giorgio Biffi – Franco Ballabeni, Nirvana Bussadori, Rosaspina B. Canosburi, Silvia Capiluppi, Stefano Cerioli, Marzia Corteggiani, Teo De Palma, Albina Dealessi, Anna Maria Di Ciommo, Marcello Diotallevi, Dario Fo, Annamaria Gelmi, Luciano G. Gerini, Gino Gini - Fernanda Fedi, Antonella P. Giurleo, Isa Gorini, Oronzo Liuzzi, Gian Paolo Lucato, Ruggero Maggi, Gianni Marussi – Alessandra Finzi, Paolo Nutarelli, Marisa Pezzoli, Benedetto Predazzi, Nadia Presotto, Tiziana Priori, Angela Rapio, Sergio Sansevrino, Elena Sevi, Roberto Testori, topylabrys, Micaela Tornaghi.
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