In coda all’anno leonardiano, il Museo Diotti propone nei propri spazi una mostra diffusa dedicata al Maestro vinciano, incentrata sulla fortuna dei suoi precetti (Giuseppe Diotti fu un attento lettore del Trattato della pittura), sul mito di Leonardo nell’Ottocento, sulla riscoperta dell’artista e dello scienziato nella contemporaneità.
In dialogo con i temi dominanti delle varie sale, sono stati esposti materiali storici delle Civiche raccolte e di collezione privata, oltre ad opere d’arte contemporanea, creando una serie di cortocircuiti fra dipinti antichi e moderni, stampe di riproduzione e immagini popolari, riviste d’arte e rotocalchi, libri e installazioni scultoree.
La mostra trae spunto dal grande dipinto La corte di Ludovico il Moro (1823) di Giuseppe Diotti, in cui Leonardo è raffigurato mentre sottopone al duca il progetto per il Cenacolo. L’opera, di proprietà del Comune di Lodi ed in deposito presso il Museo Diotti, costituisce il prototipo di analoghe composizioni realizzate nel corso dell’Ottocento e in parte qui documentate, oltre che una visualizzazione dell’approccio storiografico, sino a Francesco Malaguzzi Valeri, all’età sforzesca. Ad accompagnare il visitatore nel percorso della mostra è Leonardo stesso, ovvero la silhouette estratta dal dipinto e riprodotta a scala naturale, che, nelle sale interessate, sta ad indicare la presenza di un’opera o un oggetto legati al tema o appositamente esposti per l’occasione e in ogni caso contrassegnati da un precetto tratto dal Trattato della pittura, un libro che, sia in edizioni abbreviate e apocrife, sia nella versione più accreditata del Libro di Pittura (Codice Urbinate lat. 1270, Biblioteca Apostolica Vaticana) ha esercitato una profonda influenza nella formazione degli artisti e nella didattica delle Accademie di Belle Arti.
Merita un cenno particolare – quasi una mostra nella mostra – la sezione dedicata al mito della Gioconda che vede, fra l’altro, l’esposizione di ben 8 dipinti sul tema realizzati fra gli anni Sessanta e gli anni Settanta da Pietro Ghizzardi (Viadana, 1906 – Boretto, 1986), pittore e scrittore “irregolare” per formazione e collocazione storico-critica, ma ascrivibile alla grande area dell’espressionismo europeo. Le sue sgrammaticate, eppure sapienti e intriganti variazioni sulla Gioconda fanno da contrappunto visivo al classicismo accademico della produzione pittorica di Giuseppe Diotti.
Fra le opere di artisti contemporanei coinvolti nella mostra, si segnalano: La cura, grande albero in legno e acciaio dello scultore Brunivo Buttarelli, e l’Appel du vide, duplice omaggio di Giorgio Tentolini agli studi di panneggio di Leonardo, i taccuini di disegni dello scultore Vincenzo Balena, le anatomie esplose di Mario Pozzan.
L’iniziativa, curata da Valter Rosa, è inserita nel calendario della Rete Museale dell’800 Lombardo, è gemellata con la mostra “L’Accademia di Brera e Leonardo da Vinci” ed è stata realizzata con la collaborazione dell'Archivio - Casa Museo "Pietro Ghizzardi".
Visti gli sfortunati eventi degli ultimi mesi, abbiamo deciso di prorogare la mostra e di rendere fruibili on-line i contenuti dell’esposizione. Nel sitto www.leonardoediotti.it trovate il racconto della mostra diviso in nuclei tematici che ricalcano quelli proposti in situ, corredato da citazioni del Trattato e da alcune lettere di Diotti.
Locandinaformato jpgVia Aldo Formis, 17 - 26041 Casalmaggiore (CR)