Studio e galleria di Gianna Zanafredi

Il percorso artistico di Gianna Zanafredi, dall’iniziale soffitta angusta, fredda e buia di un palazzone moderno a Casalmaggiore, cui l’avevano relegata a dipingere perché non sporcasse “il salottino delle bambine”, l’ha portata a Parma in Borgo del Parmigianino in uno spazio che, a tutti gli effetti, è una galleria d’arte, ovvero un negozio luminoso con ampie vetrate aperte sulla strada.

Lo studio è luogo di lavoro e al contempo di esposizione, uno spazio che non di rado accoglie anche le opere di amici artisti. Qui si potrebbe vedere da fuori, schermata solo un poco da qualche tela issata sopra ai cavalletti, la pittrice all’opera, china su ampie tele appoggiate a tavoli o sul piano inclinato di un tecnigrafo, totalmente presa dal lavoro, dentro i suoi muri di pittura, dalle alte paste di colore spatolato, spugnato, graffiato.

La conquista di questa visibilità, nel cuore di una città storica in cui, in età ormai matura, Gianna aveva intrapreso gli studi artistici, è nel segno della volontà ed autonomia raggiunta, quasi il portato di una liberazione esplosiva del suo talento.

Non mancano certo al piano superiore della casa, in spazi morfologicamente complessi, ovvero carichi di storia, zone più raccolte e protette, destinate al lavoro, al riposo e alle letture, dove non ci sorprende che l’irregolarità delle volumetrie sia sempre ricondotta, attraverso gli arredi, all’ortogonalità e a una sorta di razionalismo architettonico. Non c’è colore per terra o disordine, come in tanti altri atelier di pittori, né capita di trovare in bella vista degli oggetti d’affezione: lei stessa dice di sé di aver alleggerito il proprio bagaglio, per vedere meglio lontano. (Valter Rosa)