Bozzetti preparatori per i grandi pannelli murali sul tema del lavoro che Tino Aroldi, come Goliardo Padova, fu chiamato a realizzare nel 1962 per la nuova Scuola di Avviamento di Casalmaggiore (l’odierna Scuola Media Diotti).
Attraverso quei pannelli, tuttora in sede, l’arte poteva parlare a tutti – prima di tutto agli studenti – a partire dalle proprie radici e dalle trasformazioni del paesaggio e della società. I pannelli di Aroldi raffigurano le stagioni del lavoro nella campagna in relazione col processo di meccanizzazione e d’industrializzazione: la raccolta dei pomodori e l’industria conserviera, la vendemmia, il trattore.
Come nei dipinti per il Premio Suzzara, è evidente che per il pittore la figura umana del lavoratore tende a divenire un puro elemento accessorio, introdotto talvolta non senza impaccio: ciò che gli interessa è la traccia che l’uomo lascia nella natura, la forma che assume il paesaggio antropizzato, come nei campi arati o nei filari delle viti.
I futuri sviluppi della sua pittura andranno anche oltre, attraverso un processo di distacco e d’interiorizzazione che lo porterà a superare la rappresentazione sensibile del paesaggio per coglierne piuttosto l’idea.
Dono di Carla Aroldi, 2007
