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Il conte Ugolino (da Giuseppe Diotti)

1841

Cesare Ferreri  (Pavia, 1802 - 1859)

Ugolino nella torre fu uno dei soggetti danteschi più rappresentati nell'Ottocento.

L'interesse di Diotti per quell'episodio della Divina Commedia risaliva probabilmente alle sue frequentazioni giovanili con gli ambienti d’avanguardia romani, dove il culto del sommo poeta aveva conosciuto una rapida affermazione grazie alle ricerche sperimentali degli artisti nordici Füssli, Carstens, Köck, condivise con Felice Giani, Giuseppe Bossi, Pelagio Palagi.

Ne eseguì una prima versione (andata perduta) nel 1817 per l'amico Giovanni Montani di Casalmaggiore, ma fu poi una commissione del conte bresciano Paolo Tosio a consentire a Diotti di tornare sul tema nel 1831, con un’opera destinata a coinvolgere emotivamente lo spettatore con il suo portato di pietà e di dolore, mantenuti tuttavia entro i riferimenti della tradizione classica, come richiesto dal committente.

Lo splendido dipinto, da cui Cesare Ferreri ricavò nel 1835 questa incisione a bulino, è oggi esposto nel Palazzo Tosio di Brescia, sede dell'Ateneo di Scienze, Lettere e Arti, mentre una versione preparatoria è conservata alla Pinacoteca di Cremona.