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La decollazione di San Giovanni Battista

1823-24

Giuseppe Diotti  (Casalmaggiore, 1779 - 1846)

Fra i dipinti diotteschi di soggetto sacro il più imponente è la Decollazione di San Giovanni Battista (1825) di cui il Museo Diotti espone un disegno preparatorio relativo alla figura del Battista e questo bozzetto a olio.

Esposto a Brera prima di essere collocato nella Chiesa Parrocchiale di Stezzano (Bg), il dipinto fu celebrato dalla stampa dell’epoca e mostra quanto Diotti amasse conciliare il suo neoclassicismo di base con reminiscenze di luminismo cinquecentesco e di realismo secentesco, privilegiando quegli effetti di “lume di notte” che avevano già caratterizzato l’Adorazione dei pastori del pensionato romano e che torneranno nel tardo Bacio di Giuda e nella Pala Petrobelli.

La vicenda del dipinto fu fonte di molta amarezza per Diotti, a causa della sua problematica collocazione all’interno della chiesa di Stezzano. L’elaborazione del dipinto si protrasse per ben tre anni (1817-1820) e al momento della consegna Diotti trovò l’ambiente dietro l’altare completamente stravolto luministicamente (due finestre dell’abside erano state tamponate nel corso di lavori di ristrutturazione), tanto da rendere la tela illeggibile.

Solo nel 1843/44, per dare una più degna collocazione al dipinto, si decise di abbattere una cappella della navata e di costruirne una più grande, in stile neoclassico, che potesse contenere la grande pala. In vista del trasferimento, alcuni affreschi per le pareti dell’abside furono nel frattempo commissionati a Enrico Scuri, allievo di Diotti e destinato a succedergli nella direzione dell’Accademia Carrara.