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La benedizione dei fanciulli (da Giuseppe Diotti)

1837 ca.

Giuseppe Bignami  (Cremona, 1804 - ?)

Con gli affreschi per il presbiterio del Duomo di Cremona a Diotti si presentò la migliore opportunità per rinverdire i fasti dell’antica tecnica dell’affresco, consentendogli nel contempo di irrompere con il suo linguaggio neoclassico nel contesto di quella grandiosa narrazione evangelica che aveva avuto per protagonisti grandi maestri del Rinascimento (Boccaccino, Bembo, Melone, Romanino, Pordenone).

Nel 1827 Diotti stesso propose un piano per la decorazione delle arcate tamponate del presbiterio; l’iconografia fu messa a punto rapidamente, ma un notevole dispendio di tempo fu richiesto dai vari preparativi (approvazione dei bozzetti, problemi tecnici e ambientali, finanziamenti e pratiche burocratiche) e i lavori poterono partire solo nel 1830.

Tutta la fase preparatoria, dai minimi schizzi fino ai cartoni in scala reale, fu realizzata presso lo studio bergamasco del pittore, in concomitanza con lo svolgimento dell’attività didattica, mentre il riporto sull’intonaco avvenne fra la tarda estate e l’autunno, ovvero nei periodi liberi da impegni scolastici e climaticamente più adatti, con l’assistenza sui ponteggi dell’allievo Luigi Trécourt.

Nell’ordine, furono realizzati l’Apparizione degli angeli dopo l’Ascensione (1830), l’Incredulità di San Tommaso (1832), la Benedizione dei fanciulli (1833) e – da ultimo - la Consegna delle chiavi a San Pietro (1834) documentati da una sere di incisioni di Giuseppe Bignami. Il risultato del ciclo di affreschi, organico nell’impianto generale e nell’intonazione cromatica, pur essendo stato eseguito in varie fasi nell’arco di più anni, sconta una certa freddezza che non era nei cartoni preparatori.

Dono di Mario Cipriani e Anna Atti, 2013