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Bambina uccisa

1956

Giuseppe (Bepi) Romagnoni  (Milano, 1930 - Capo Carbonara, 1964)

Una bambina uccisa, ma anche un soldato che spara e un uomo crocifisso sono precisi rimandi a un contingente che ferisce la sensibilità e riattiva le coscienze e coinvolge gli artisti del cosiddetto Realismo esistenziale, di cui Romagnoni era certamente il più dotato.

In questi suoi disegni ancora giovanili - si era diplomato all’Accademia di Brera nel 1955, - il tratto discontinuo, spezzato, ma forte e deciso, si fa percezione drammatica della conflittualità, senza nulla concedere al voyeurismo che talora traspare nei reportage di guerra.

Si possono cogliere echi di soluzioni grafiche tipiche delle avanguardie e in particolare dell’Espressionismo a cui Romagnoni guardava allora con particolare interesse, linguaggi di cui però si appropria in modo personale evidenziando l’esigenza di una fisicità insopprimibile dell’immagine umana in tutte le dimensioni del suo esistere (giacché è sul corpo dell’uomo che s’inscrivono i segni della storia), quale emergerà soprattutto nella straordinaria serie di dipinti realizzati tra il 1961 e il 1964, prima della prematura scomparsa a soli 34 anni.

Dono di Gabriella Montaldi-Seelhorst e Nikolas Montaldi, 2012