Questa raffinata opera in carta e ferro ci introduce ad una delle caratteristiche dell’arte di Brunivo Buttarelli: l’accostamento di materiali molto diversi fra loro che, trattati con sensibilità e con una straordinaria competenza fabbrile, creano superfici insolite.
Qui la carta, sovrapposta ad una rete metallica, produce l’effetto di una corazza di un animale preistorico, ma gli accostamenti creati dallo scultore possono essere vari, quali legno e marmo oppure legno e ferro, come in Primigenius, esposta nell’atrio del Museo.
Il fatto che si utilizzi qui una rete metallica dismessa, quindi un reperto del mondo industriale, fornisce un’ulteriore linea interpretativa della produzione di Buttarelli: quello stesso rispetto per la natura che gli ha sempre fatto utilizzare per le sue sculture in legno tronchi d’albero morti e privati delle marcescenze. Anche l’opera esposta a fianco, Napoli – Buenos Aires andata e ritorno, nata come elemento per la scenografia di un concerto, è stata realizzata facendo ricorso esclusivamente a materiali di recupero.
La stratificazione dei materiali è un altro dei tratti caratteristici dell’opera di Buttarelli e rimanda al suo passato di ricerche e scavi archeologici (negli anni Settanta fu uno dei promotori del Centro Casalasco Studi Paletnologici ed ha collaborato con il Museo Tridentino di Scienze Naturali realizzando stratigrafie, planimetrie e disegni di scavi) che lo ha portato a sviluppare un immaginario che affonda le sue radici in tempi arcaici e che fa del Tempo il grande protagonista della sua scultura.
Una stratificazione originale di tempi e spazi fra dimora, natura e officina che si ritrova anche nella sua grande casa-atelier di Vicoboneghisio.
Deposito da collezione dell'Artista